Il termine Silver Economy comprende una vasta gamma di concetti e aree di interesse relative sia alle sfide sia alle opportunità che l’invecchiamento della popolazione rappresenta per l’Europa. I responsabili politici di tutta Europa hanno lavorato per molti anni per affrontare la sfida sociale, concentrandosi però sempre solo su politiche per il mantenimento della spesa pubblica per la salute, l’assistenza e le pensioni.
Non si è ancora colta l’opportunità economica derivante da una tendenza demografica ormai nota (l’invecchiamento della popolazione), non solo per la creazione di una “industria” ad hoc ma anche per “catturare” la capacità di spesa di una fetta importante della popolazione.
Secondo i dati che emergono dal report “The Silver Economy”, condotto da Oxford Economics e Technopolis Group, per conto della Commissione Europea, nel 2015 la silver economy in Europa ha sostenuto oltre 4,2 trilioni di euro di PIL e oltre 78 milioni di posti di lavoro. Le proiezioni parlando poi di un mercato crescente: entro il 2025, in Europa, la silver economy rappresenterà un mercato del valore di 5,7 trilioni di euro (quasi un terzo del Pil dell’Unione Europea), generando lavoro per oltre 88 milioni di persone (quasi il 38% del totale dei lavoratori in Europa).
Gli impatti economici della Silver Economy in Europa
Dal report “The Silver Economy” emergono alcune evidenze importanti proprio sul fronte dello sviluppo economico:
1) consumi privati: nel 2015, il 39% della popolazione dell’UE aveva 50 anni o più. Circa 199 milioni di persone che hanno generato il 40,6% della spesa dei consumi privati (pari a circa 3,3 trilioni di euro). Partendo da questi dati (e quelli raccolti fino al 2020) e facendo una proiezione sul 2025 emerge non solo la crescita demografica ma anche l’opportunità che questa può generare: la popolazione della Silver Economy dovrebbe arrivare entro pochi anni al 42-43% del totale della popolazione UE; una percentuale che contribuirà a far salire la spesa per i consumi privati al 44,3% entro il 2025, circa 5.000 miliardi di euro.
2) consumi di servizi pubblici: anche la domanda di servizi pubblici forniti agli individui è destinata a crescere. Questo consumo è stato valutato a 421 miliardi di euro nel 2015, e salirà a 635 miliardi di euro nel 2025. Sebbene le cifre possano sembrare molto ridotte rispetto a quelle dei consumi privati, gli analisti evidenziano che gran parte della spesa pubblica è attribuibile a funzioni non consumate individualmente, ma piuttosto a sostegno di beni pubblici (quindi più complessa da identificare per poter fare un’analisi più dettagliata sui servizi pubblici alle singole persone). Quel che deve catturare l’attenzione è la tendenza di crescita (sfida per le politiche sociali e sanitarie ma anche opportunità per la creazione di nuovi servizi, anche con nuovi modelli di cooperazione pubblico-privato)
3) l’economia dell’UE: il contributo diretto al PIL dei paesi dell’UE da parte della silver economy è stato di 1,7 trilioni di euro nel 2015, con altri 1,5 trilioni di euro provenienti indirettamente e 1,0 trilioni di euro indotti dalla spesa aggiuntiva delle persone impiegate in questa economia (ossia i lavoratori del settore). Questa impronta totale di 4,2 trilioni di euro ammontava al 28,8% del PIL totale dell’UE nel 2015. La Silver Economy come fonte di domanda è destinata a crescere a causa del previsto invecchiamento della popolazione. Tale processo farà salire il contributo economico totale della silver economy sull’economia globale UE portandola al 31,5% del PIL dell’UE e al 37,8% dell’occupazione entro il 2025.
Il paradosso economico
Secondo le ultime stime dell’Onu, entro il 2040 in Europa l’età media delle persone sarà di 47 anni (contro i 35 anni della media a livello globale). L’età mediana degli italiani sarà ancora più alta, 52 anni.
A livello mondiale, gli over 65 passeranno dall’attuale 9% al 14-15%. In Italia, secondo le previsioni dell’Istat, nel 2050 la quota di over 65 sul totale della popolazione potrebbe avvicinarsi al 40% (quasi raddoppiando l’attuale 23%).
Ad oggi, infatti, le persone over 65 in Italia sono quasi 14 milioni in Italia, pari al 23% della popolazione totale (a fronte del 20,3% della media dell’Ue); e di questi, quasi la metà (cioè quasi 7 milioni di persone) sono over 75 [fonte: Eurostat in riferimenti all’analisi dei dati demografici del 2019 – nda].
Detto in altre parole: l’Italia ha la popolazione più vecchia d’Europa.
Ma… i dati rivelano una enorme opportunità se letti da un’altra prospettiva.
Il 23% della popolazione italiana è silver ma questo 23% detiene il 40% della ricchezza nazionale.
Una ricerca del Centro Studi di Confindustria dello scorso anno, in Italia gli over 65 hanno un consumo pro-capite medio annuo più elevato, 15,7mila euro (contro i 12,5 per gli under 35), un reddito medio più alto, 20mila euro (a fronte di 16mila degli under 35) ed una maggiore ricchezza reale pro-capite (per via delle pensioni calcolare con il vecchio sistema retributivo, ma anche perché vissuti in epoche economiche di boom dove era stato possibile fare investimenti e gestire al meglio i risparmi).
La domanda di consumi generata direttamente dagli over 65 in Italia è decisamente rilevante: il valore complessivo della spesa riconducibile a questa fascia di popolazione è di circa 200 miliardi di euro, stiamo parlando di quasi un quinto di tutti i consumi delle famiglie residenti. E le stime rivelano inequivocabilmente le opportunità: si stima che nel 2030 la quota della spesa realizzata dalla popolazione silver varrà circa il 25% del totale e nel 2050 il 30%.
Negli ultimi 25 anni la ricchezza della popolazione over 65 è cresciuta del 77%. Non sono però cresciuti i loro consumi (o meglio, sono cresciuti ma in modo minore rispetto all’aumento della ricchezza, 23% contro 77%) e quei 200 miliardi di euro di valore complessivo dei consumi ascrivibili alla popolazione silver potrebbero invece essere molti di più se si creasse una vera e propria silver economy, tenuto conto anche dello stato di salute di questa fascia della popolazione: la stragrande maggioranza (l’80%) è autonoma e attiva.
La Silver Economy incide notevolmente sul consumo dei di servizi sanitari (che rappresenta oltre il 53% di tutta la spesa sanitaria nell’UE). Tuttavia, le persone silver sono una fonte importante di domanda per tantissimi altri consumi.
In termini di scala, il consumo di cibo e bevande è il secondo gruppo di prodotti più grande e viene consumato in modo persino sproporzionato per la Silver Economy rispetto ai gruppi di età più giovani. Ma ci sono poi importanti “fette” di domanda che vanno dall’arredamento d’interni ad altri consumi tipici per la casa, ai servizi culturali e ricreativi, fino a soluzioni e servizi di comunicazione, viaggi e trasporti, ristorazione e ospitalità, abbigliamento…
Le opportunità (tech) per sviluppare la Silver Economy
Dalle tecnologie e dall’industria ICT possono arrivare interessanti opportunità per lo sviluppo concreto della Silver Economy, tanto nel settore privato quanto in quello pubblico.
Ecco qualche spunto di riflessione:
· Salute connessa – Sviluppare il mercato dei dispositivi e dei servizi mHealth che guarda, tra l’altro, alla prevenzione, alla diagnostica, al monitoraggio e al benessere, in vista di una migliore diagnosi, di una migliore prescrizione di medicinali e di una diminuzione delle reazioni avverse, nonché ad altre esigenze sanitarie della popolazione anziana.
· Robotica e giochi – Il mercato della robotica potrebbe aiutare a sgravare il lavoro dei caregiver e assistere la popolazione più anziana e fragile; non solo, integrare la robotica con il settore dei giochi permetterà agli over 65 di interagire con la robotica in modo divertente e interattivo; il gaming potrebbe essere poi un importante ambito per il mantenimento (e l’allenamento) delle funzioni cognitive e delle capacità reattive.
· Turismo d’argento – Un migliore offerta turistica specifica per le esigenze della popolazione 65+ potrebbe passare dall’erogazione di servizi cui oggi non si pensa (ad esempio includendo soluzioni e servizi mHealth in pacchetti di viaggio).
· Servizi di assistenza integrati e migliore connettività – Diffondere la diffusione e l’integrazione delle tecnologie ICT per il monitoraggio sanitario nelle case private per superare l’isolamento sociale e migliorare l’efficienza nel settore dell’assistenza (anche da remoto). Ma anche migliorare i sistemi di comunicazione e l’accesso alle soluzioni ed ai servizi digitali per consentire alle persone di integrarsi in un contesto sociale ed economico sempre più globale, digitale e connesso.
· Sviluppo di un ambiente costruito a misura di età, comprese le soluzioni di casa intelligente – Sostenere l’innovazione e ambienti domestici più intelligenti (di nuova costruzione e retrofit), al fine di consentire alla popolazione che invecchia di vivere una vita indipendente e connessa con dignità e autonomia.
· Conoscenza per uno stile di vita attivo e sano – Sostenere lo sviluppo integrato di strumenti/app per l’analisi dei dati che supportano uno stile di vita sano e attivo e promuovere lo sviluppo di prodotti globalmente competitivi tra cui tecnologie indossabili, alimenti funzionali e nutrizione personalizzata e medicina preventiva.
· Università amiche dell’età – Aumentare l’occupabilità delle persone adulte attraverso la riqualificazione delle loro competenze, aumentando l’offerta delle università, contribuendo all’occupazione e alla crescita nel settore dell’istruzione.
· Auto senza conducente – Sostenere azioni per portare sul mercato auto senza conducente e trasporti pubblici che possono contribuire ad aumentare la mobilità degli anziani che, spesso, tendono a viaggiare meno frequentemente e sono più isolati socialmente.
Tech4Good, Nicoletta Boldrini – Giornalista e divulgatrice indipendente, autrice e speaker, con due anime: tecnologica e umanistica –