Dopo anni in cui si parla di questa tecnologia, l’RNA messaggero ha portato ai primi successi. Dalle malattie rare alle patologie respiratorie, diversi sono gli obiettivi cui puntare.
Con una piattaforma che si è mostrata efficace e sicura, gli obiettivi di Moderna, una delle prime aziende a sviluppare un vaccino con la tecnologia a RNA messaggero, riguardano l’applicazione di questa metodica a diverse aree terapeutiche, dalle malattie rare alle patologie respiratorie, fino all’oncologia. A sottolinearlo a Sanità33 Jacopo Murzi, appena nominato nuovo General Manager di Moderna in Italia.
Le potenzialità della tecnologia a mRNA
“Il concetto di mRNA è conosciuto da molti anni e da tempo, ormai, si sta cercando di usare la tecnologia per curare malattie in svariati modi. Quello che Moderna ha contribuito a realizzare è innanzitutto una piattaforma sicura, perché localizzata all’interno della cellula dove deve portare beneficio, ed efficace, visto che la creazione dei filamenti di mRNA che portano, poi, alla sintesi delle proteine, viene fatta usando sistemi di intelligenza artificiale che permettono di usare al meglio il messaggio in codice”, ha spiegato Murzi parlando del contributo offerto dall’azienda biotech allo sviluppo di questa tecnologia.
A partire da quanto fatto finora, investendo ulteriormente sulla piattaforma, “i programmi di sviluppo si sono moltiplicati, soprattutto nell’ambito delle malattie respiratorie, contro virus latenti, ma anche nel campo delle malattie rare e dell’immunoncologia, con la speranza di creare vaccini personalizzati contro il cancro”, ha proseguito il manager, parlando degli sviluppi futuri della piattaforma, che è cresciuta tanto, in poco tempo.
Moderna, inoltre, “è una biotech diversa rispetto ad altre perché gode già di una piattaforma convalidata e ha un portfolio di 47 progetti nelle varie fasi di sviluppo”, ha poi spiegato Murzi, secondo il quale, dato il momento storico particolare, “c’è un interesse molto forte da parte della comunità scientifica e delle istituzioni” verso questa tecnologia.
Sanità33, 11.11.2022