In un recente studio pubblicato sulla rivista PLoS ONE, un gruppo di ricercatori ha valutato gli eventi avversi gravi associati al vaccino contro la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) dopo l’immunizzazione (serious adverse events following immunization – sAEFI) tra i bambini di età compresa tra i cinque e i 17 anni negli Stati Uniti per accertarne gli effettivi rischi.
Nonostante siano rari, i sAEFI tra i giovani hanno provocato, ansia fra i genitori con conseguente riluttanza e bassa adesione alla vaccinazione COVID-19 tra bambini e adolescenti.
Nel presente studio, i ricercatori valutano gli sAEFI indotti dai vaccini a mRNA di Pfizer-Biontech e Moderna e quello a vettore virale di Janssen tra bambini e adulti. Nel dettaglio, hanno analizzato gli eventi avversi registrati nel sistema di sorveglianza VAERS dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) tra il 13 dicembre 2020 e il 13 aprile 2022 entro 42 giorni dalla vaccinazione Covid-19 nella popolazione tra i 5 e i 65 anni; dividendo poi i dati per fasce di età: bambini 5-11 anni, adolescenti 12-17 anni e adulti 18-65 anni. Per affetto avverso grave, nello studio, si è inteso un evento che abbia portato all’ingresso al pronto soccorso, al ricovero o, nel caso più estremo, alla morte.
Su 180.581.278 persone che hanno ricevuto almeno 2 dosi di vaccino sono stati riscontrati 386.205 effetti avversi gravi (pari allo 0,214%).
I tassi di ingresso al pronto soccorso erano 2,6 per ogni 100.000 vaccinati tra gli individui di età compresa tra 5 e 11 anni, 14,39 tra quelli di età compresa tra 12 e 17 anni e 29,75 tra quelli di età compresa tra 18 e 65 anni.I tassi corrispondenti di ricoveri ospedalieri ogni 100.000 vaccinati erano rispettivamente di 1,1, 6,8 e 8,2 nelle tre fasce d’età analizzate. La mortalità dovuta a sAEFI è stata di 0,03, 0,1 e 0,8 ogni 100.000 vaccinati nelle fasce di età 5-11 anni, 12-17 anni e 18-65 anni rispettivamente.
I tassi di sAEFI sono stati maggiori rispetto alle femmine, in particolare nella fascia 12-17 anni dove si è registrato un rischio relativo di 1,43 nei maschi rispetto alle coetanee.
La principale diagnosi clinica associata alla vaccinazione è stata la miopericardite, che aveva una stima di incidenza di 17 per ogni 100.000 dosi di vaccino. Tra i partecipanti che sono stati ammessi in ospedale, il 96% è stato ricoverato solo per osservazione e il 98% è stato dimesso dall’ospedale entro 14 giorni.
I tassi di sAEFI segnalati dopo la vaccinazione SARS-CoV-2 sembrano, quindi, essere molto bassi. Solo nei maschi della fascia 12-17 anni il rischio di eventi gravi è risultato comparabile, se non lievemente superiore, agli adulti, anche se più raramente portano a ricoveri in terapia intensiva o alla morte.
Complessivamente, i tassi di sAEFI segnalati tra gli individui di età compresa tra i cinque e i 17 anni erano significativamente inferiori rispetto a quelli riportati negli individui di età compresa tra i 18 e i 65 anni, supportando così campagne informative volte a rassicurare riguardo la somministrazione di vaccini COVID-19 ai bambini.
Doctor33.it, 5.3.2023