- 9 Luglio 2020
- adm-ticinocure
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Moltissime app aiutano a tenere un diario dell’alimentazione, dell’attività fisica e la glicemia. Ma per chi ha bisogno di un aiuto nelle terapie ci sono microinfusori di insulina e da poco è arrivato anche il pancreas artificiale per le persone con diabete di tipo 1
App per prendere appunti sulla dieta e sui parametri della salute da condividere col medico, sensori per il monitoraggio del glucosio e dispositivi per la somministrazione dell’insulina, incluso il pancreas artificiale. Fra tutte le malattie, il diabete è sicuramente quella che ha fatto da apripista all’uso della medicina digitale. Diverse aziende in tutto il mondo si sono date da fare ormai da anni, spesso spinte dalla comunità dei pazienti, per produrre device sempre più avanzati. Che non solo migliorano la qualità di vita della persona, ma favoriscono un migliore trattamento del diabete. Ecco alcune app e dispositivi per aiutare i pazienti.
Fra le app più note per tenere sotto controllo il diabete c’è MySugr (ma ce ne sono tante, Diabetes Connect, Sugar Sense, Health2Sync, MyNetDiary, ecc). MySugr, ad esempio, è una sorta di diario digitale del diabete, in cui registrare varie informazioni. Da cosa si è mangiato al pasto (carboidrati) al valore della glicemia, dall’assunzione delle medicinea una stima dell’emoglobina glicata, che fornisce informazioni sulla glicemia dei mesi precedenti e altro. Le informazioni sono facilmente condivisibili col medico – uno strumento utile soprattutto in tempi di pandemia – che avrà un quadro chiaro di questi parametri di salute del paziente.
Ma oltre alle app c’è di più, per chi ha bisogno di un aiuto nella terapia quotidiana. Alcuni pazienti devono auto-iniettarsi l’insulina, con non pochi disagi per la salute e la qualità di vita. Per facilitare questo compito un’opzione da valutare col proprio medico, già diffusa da tempo, è quella dei microinfusori di insulina. Ne esistono vari. Si tratta di dispositivi che monitorano a intervalli regolari il glucosio e somministrano insulina tramite una pompa. Il tutto avviene sulla base di un piano pre-programmato. Questi dispositivi, inoltre, sospendono la somministrazione quando si è a rischio di ipoglicemia, cioè un abbassamento eccessivo dei livelli di glicemia. L’ipoglicemia è una complicanza del diabete che in qualche caso – per fortuna raro – può mettere anche in pericolo di vita la persona con diabete di tipo 1, soprattutto di notte quando è più difficile monitorare la situazione.
E non è tutto. Esiste anche – ed è già disponibile per i pazienti – il cosiddetto “sistema di controllo della glicemia ad ansa chiusa” o pancreas artificiale. MiniMed 670G è il nome del primo dispositivo di questo genere, a circuito chiuso e autonomo, che monitora e somministra l’insulina. Il pancreas artificiale, approvato dalla Fda statunitense nel 2016, è autorizzato già anche in Europa (e in Italia) per i pazienti con più di 7 anni di età. Come funziona? C’è un sensore che misura ogni 5 minuti e per 24 ore i livelli di glucosio nel tessuto sottocutaneo. Un dispositivo indossabile, collegato via bluetooth al sensore, contiene un algoritmo attivo che calcola la dose di insulina da infondere sulla base dei valori della glicemia. E poi c’è una pompa sottocutanea (il microinfusore) che riceve il comando dal dispositivo indossabile e inietta l’ormone in circolo chiudendo così l’anello di regolazione. La differenza con il microinfusore tradizionale è la presenza di un controllo sia per l’ipoglicemia sia per l’iperglicemia (non sempre presente in tutti i tipi di microinfusori). Altro elemento, l’automazione completa del pancreas artificiale in un circuito chiuso che funziona da solo.
Il pancreas artificiale si è dimostrato promettente, come mostra un recente studioapparso sul New England Journal of Medicine. La ricerca ha mostrato che aumenterebbe in maniera significativa la percentuale di tempo durante la giornata nel quale i livelli glicemici rientrano in un intervallo corretto di valori. Questa regolarità per chi ha il diabete è molto importante: maggiore è il tempo in cui la glicemia non è nei limiti, infatti, maggiore il rischio di un danno alla retina, dunque alla vista. Insomma, il dispositivo potrebbe essere di aiuto per tutti quei pazienti che hanno difficoltà a gestire il diabete e che potrebbero avere ipoglicemia notturna.
medicinadigitale. it, dove la salute incontra la tecnologia, Viola Rita, 7.7.2020