Uno studio pubblicato su Nature Communications indica che una proteina “chaperone” nota come GRP78, svolge un ruolo essenziale nella diffusione di SARS-CoV-2.
I ricercatori avevano già dimostrato che quando avviene l’infezione da SARS-CoV-2, GRP78, che normalmente aiuta a regolare il ripiegamento di altre proteine cellulari, viene dirottata in modo da lavorare con altri recettori cellulari per portare il virus all’interno delle cellule, dove può quindi riprodursi e diffondersi. «Rimanevano tuttavia dubbi sul fatto che GRP78 fosse necessario ed essenziale per la replicazione di SARS-CoV-2 all’interno delle cellule polmonari umane» spiega Amy Lee, della Keck School of Medicine della University of Southern California, Los Angeles, autrice senior dello studio.
Esaminando le cellule epiteliali polmonari umane infettate da SARS-CoV-2, il gruppo di ricerca ha osservato che, man mano l’infezione virale si intensifica, le cellule infette producono livelli più elevati di GRP78. Quindi gli esperti hanno utilizzato RNA messaggero per sopprimere la produzione della proteina GRP78 nelle cellule epiteliali polmonari umane in coltura cellulare, senza interrompere altri processi cellulari. Le cellule sono state successivamente infettate con SARS-CoV-2, e hanno prodotto una quantità inferiore della proteina spike virale e rilasciato molto meno materiale in grado di infettare altre cellule, dimostrando che GRP78 è necessaria ed essenziale per la replicazione e la produzione virale.
Per capire meglio se GRP78 potesse essere un buon target per trattare COVID-19, i ricercatori hanno testato sulle cellule polmonari infette il farmaco a piccola molecola recentemente identificato HA15, che lega in modo specifico GRP78 e ne inibisce l’attività, e che è stato sviluppato per l’uso contro le cellule tumorali. Ebbene, il medicinale è stato molto efficace nel ridurre il numero e le dimensioni di SARS-CoV-2 prodotto nelle cellule infette, e non ha avuto effetti dannosi sulle cellule normali. I ricercatori hanno quindi testato HA15 in topi geneticamente modificati per esprimere un recettore SARS-CoV-2 umano e infettati con il virus, scoprendo che il farmaco ha ridotto notevolmente la carica virale nei polmoni.
«Questi e altri inibitori di GRP78 verranno testati come trattamenti per COVID-19, e potranno anche rivelarsi utili per il trattamento di futuri coronavirus che dipendono da GRP78 per l’ingresso e la replicazione» concludono gli autori.
Nature Communications 2022. Doi: 10.1038/s41467-021-25551-1
https://doi.org/10.1038/s41467-021-25551-1
Doctor33.it, 25.11.2022